sonounpirla

Sabato mi sentivo un Pirla.

E infatti me lo sono appeso ben bene al collo.

Poi è arrivato Maroni che lo ha confermato sia a me sia alla sua imbarazzante platea.

Perché il problema non era che lui e altri quattro ( cento, mila? ), nelle sale della mia Regione, stessero facendo un convegno retrogrado e conservatore sulla necessità di discriminare, dividere, separare tutto il discriminabile, divisibile, separabile.


Una città è il risultato della somma di un continuo di interventi, per la maggior parte “minori” e di piccola entità.

L’architettura di una città, per dirla con Brunelleschi ” è un arte collettiva , non prodotta da pochi intellettuali o specialisti ma dall’attività spontanea e ininterrotta di un intero popolo”.

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Il patrimonio edilizio italiano è fatiscente, obsoleto, energivoro. Il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico hanno raggiunto livelli ormai invalicabili. Da più parti si chiede di ridurre la nuova edificazione e di indirizzare l’attività edilizia al recupero, ristrutturazione e soprattutto riconversione del patrimonio esistente, con trasformazioni e modifiche delle destinazioni d’uso che siano in grado di soddisfare le mutevoli richieste abitative o funzionali.

05bonessa37FBIntere palazzine destinate a uffici o comparti industriali dismessi sono abbandonati a loro stessi mentre il fabbisogno abitativo continua a essere ai primi posti nelle criticità delle nostre città. Riconvertili a residenziali sarebbe già una prima e buon soluzione. Ma tutto ciò può essere un buon inizio, ma non basta.

Dobbiamo Recuperare Terreno, farci restituire il maltolto o almeno una parte di tutto lo spazio che ci ha defraudato la speculazione edilizia. Per fare questo non basta ristrutturare l’esistente o richiedere a gran voce non un mq. in più, non un mc. in più. È necessario demolire e riscostruire quello che è stato dissennatamente edificato, soprattutto negli ultimi 50 anni, senza nessun rispetto per il territorio e l’ambiente.


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Per il premio Nobel Paul Samuelson i beni comuni sono caratterizzati da due tratti: a) il principio della non rivalità: l’utilizzo del bene da parte di una persona non diminuisce le possibilità d’utilizzo da parte di un’altra persona; b) il principio di non esclusività: nessuna persona e nessuna comunità può essere esclusa dal loro utilizzo.