Il buon Serra, dopo averci detto che in tutti questi anni ha votato sempre per chi riteneva vincente, nella sua amaca quotidiana accusa di cinismo chi pone legittimi e motivati dubbi, nei confronti della sindrome da Cif e Mastro Lindo che ha colpito alcuni milanesi. Partendo dalla tesi assolutamente indimostrabile che ” prendersi cura di qualcuno è anticonformista”, Serra decanta l’encomiabile epidemia di pennellesse e spugne brandite , secondo lui, a furor di popolo. Non capendo che le perplessità di molti non riguardano il gesto – anche per noi è meglio un muro pulito rispetto a una parete sporca – ma l’oggetto, le ragioni, il fine e il metodo di questa frenesia.
L’oggetto: qui il primo scoglio. Prendersi cura di qualcosa è ben diverso dal dedicarsi a qualcuno. Questa, gentile Serra è una differenza che molti di noi ritengono ancora sostanziale. Una differenza tra conformisti e rivoluzionari, una discriminante che separa la pula dal riso. E mi scusi se anteporre lo scritto al foglio, il pensiero al supporto, lo scrittore alla pagina rimane per alcuni di noi una differenza sostanziale.
Le ragioni: il tutto è stato scatenato da due ore di follia urbana, neanche tanto catastrofica, che ha avuto la colpa ( cosciente e ricercata) di attaccare i simboli della proprietà privata. Le banche e le automobili. Non il palazzo del Comune, non le scuole ( che sono già fatiscenti di loro) non il palazzo del governo, non le stazioni, gli ospedali, le case popolari e così via, ma la Bmw posteggiata sotto casa e la sede della Banca di fronte, nel tranquillo centro milanese. Da qui il secondo dubbio: ma dove erano costoro quando questi beni, questi beni comuni venivano quotidianamente attaccati dall’incuria quotidiana, progressiva, inesorabile che li ha portati nella condizione in cui li troviamo ogni giorno? E dove sono quando il posteggio selvaggio fa scempio di aiuole e marciapiedi, l’incuria fa cadere a pezzi i palazzi pubblici, i quartieri popolari diventano luoghi infrequentabili e pericolosi, gli spazi culturali chiudono uno dopo l’altro, la speculazione mangia e assorbe tutto? Perché anche nella scelta del Qualcosa, rinunciato a dedicarsi a Qualcuno, si può discriminare e avere priorità diverse.
Il Fine: lo ammetto, si parla di sensazione. E non è una bella sensazione, perché è quella che ci fa pensare che le spugne e le pennellesse non siano utilizzate per pulire ma per cancellare. Gomme in mano a chi pensa di poter giudicare cosa vada tenuto e cosa vada eliminato dalla vista dei molti. Fin dall’antica Roma i muri dei palazzi sono stati il foglio del pensiero e del dissenso. Fastidioso, impertinente, anche pericoloso, ma la reale cartina tornasole di un periodo, di un pensare e urlare comune che non trovava espressione nei canali deputati. Ma non per questo meno importante per poter capire e assecondare le richieste di una cittadinanza, di una classe, di una generazione. Qui l’impressione è che tutto ciò serva , così come si fa all’arrivo di un papa o di un presidente, a nascondere, eliminare, sottacere il dissenso per non disturbare il navigatore. E da qui ad altre cancellazioni il passo può, non dico che sia, ma può, essere breve.
Il Metodo: qui la preoccupazione sale quando si prende ad esempio il caso di via Cesariano . Quello che lascia basiti non è l’errore. Si, è vero, un minimo di intelligenza, una mediocre sensibilità e una vista normale erano sufficienti per capire che quei disegni non erano Tag senza senso o scritte offensive della dignità femminile. Ma capita di essere distratti e di fare una sciocchezza. La fortuna è quando qualcuno ce lo fa notare e ci ferma in tempo, prima di aver terminato l’opera di distruzione programmata. La sfiga è quando, sotto i fumi del Cif, crediamo di essere stati unti dal Signore delle Pulizie e rifiutiamo di riflettere, incominciando a citare autorizzazioni di vario genere e grado che ci obbligherebbero a proseguire senza se e senza ma. Vuol dire che siamo diventati arroganti, e l’arroganza è l’anticamera di guai ben peggiori, soprattutto per chi , come alcuni di noi, crede nella condivisione delle azioni e degli intendimenti. Ecco, di soldati più realisti del re ne abbiamo avuto prove in vari periodi storici. La divisa molte volte da alla testa e anche un arma ci fa sentire potenti e invincibili. Ma pensare che questo effetto lo possano fare una tutina da spermatozoo e una ramazza ci giustifica a una leggera agitazione? Quindi, gentile Serra, forse sarebbe il caso di lasciar perdere le frasi ad effetto che chiedono “l’Ambrogino per i Black Bloc” , descrivono un’azione a “furor di popolo”, la sconfitta in pochi giorni di un ” atteggiamento egemonico che è appunto il cinismo”. Perché chi ha dubbi non è cinico ma è qualcuno che spesso si è preso cura delle persone e delle cose ben prima che quattro imbecilli dovessero ricordargli che squilibri, brutture, sofferenza e ingiustizie ci sono tutti i giorni e in tutti i luoghi. Un vestito pulito non riconosce un diritto, e non ci prende cura di qualcuno mettendolo in una tinozza e profumandolo perché infastiditi dal suo olezzo.
Qui l’Amaca di Michele Serra https://www.facebook.com/AmacaMicheleSerraRepubblica
Qui il video di via Cesariano http://video.repubblica.it/edizione/milano/milano-i-volontari-cancellano-l-opera-di-pao-e-linda-il-comune-chiede-scusa/201132/200184