REMEMBERING CITIES


Gentile Sindaco Sala, dietro a ogni buona idea se ne nasconde sempre una migliore.
Proporre di realizzare il Museo della Resistenza sull’area libera di piazza Baiamonti è sicuramente una buona idea. Quasi ottima. Si trova lo spazio per realizzare un museo fortemente voluto dalla cittadinanza e in un’area libera in cui la previsione di un edificio senza nessuna funzione specifica ha creato dei forti malumori.
Una soluzione che. malato di calcio, posso paragonare solo a una rovesciata in area di Ronaldo a pochi minuti dallo scadere della partita.
Ma la partita non è finita. Mancano cinque minuti e tempi supplementari. E in questi cinque minuti, il buon William Beccaro, dalle pagine di Estreme Conseguenze, rilancia una proposta all’incrocio dei pali. Perché non scegliamo un luogo simbolico per questo museo, un luogo fortemente simbolico, che non sia solo memoria storica ma soprattutto memoria visiva di cosa fu e di cosa subì chi partecipò alla resistenza?
Uno di quei luoghi in cui ti possa entrare nella pelle cosa abbiano realmente subito partigiani e resistenti? Un luogo tipo ……..il Carcere di San Vittore ( https://estremeconseguenze.it/2019/12/10/una-memoria-senza-storia).
Un pareggio meritato che però non ci fa fare molta strada. Baiamonti è uno spazio libero, San Vittore non si sa quando si libererà e poi avremo magistrati e avvocati contrari al trasferimento delle celle del panopticon di Via Filangeri in mondi lontani e periferici.
I tempi si farebbero troppo lunghi e i problemi si moltiplicherebbero.
Su questo ha sicuramente ragione. Meglio rimanere su piazza Baiamonti.
Ma, a ben guardare, ad aver pazienza e soprattutto fiducia può sempre spuntare una giocata inaspettata. Anche in zona Cesarini.
Là, vicino al Corso, là in fondo al Corso c’è uno spazio che nessun giocatore ha pensato di occupare. Uno spazio che per i milanesi è il simbolo della resistenza. Là dove la resistenza è quasi nata e dove ha cantato la sua vittoria. Là in fondo c’è Piazzale Loreto.
Quella piazza che per tutti i milanesi è il simbolo della lotta partigiana. Dell’inizio e della fine di quella battaglia mai totalmente vinta.
Quella piazza che oggi fa parte del bando internazionale Reinventing Cities (https://www.comune.milano.it/-/reinventing-cities) per la sua riqualificazione.
Un bando a caccia di idee per rigenerare – termine che piace per giustificare ogni intervento edilizio- quello che oggi è un crocevia di traffico mal gestito.
E allora perché non fare qui il Museo della Resistenza, perché non al centro di questa rotonda (che proprio rotonda non è) e renderlo il simbolo di un ricordo, ancora e sempre più necessario, per tutti coloro che si tuffano nello shopping di Corso Buenos Aires o escono dalla città verso Est?
I fondi ci sono. Quindici milioni dal ministero (gran bella mossa farseli promettere dal ministro Franceschini), due e mezzo già stanziati dal Comune e i sei dal palazzo di via Porpora.
Potremmo realizzare un museo senza eguali (e l’invidia mi corre al museo della Shoah di Liebeskind a Berlino), preservare una piazza a spazio pubblico senza svenderla al commercio e riconoscerle il ruolo simbolico che i milanesi le hanno da sempre riconosciuto.
E liberare finalmente e definitivamente Baiamonti evitando uno spreco di suolo sicuramente evitabile.
Cosa ne pensa. Fischiamo la fine e ne parliamo serenamente al terzo tempo?

articolo pubblicato il 5 febbraio 2020 su ESTREME CONSEGUENZE